[anteprima] dead space

un gioco stupendo

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    Corre l'anno 2500 o giù di lì. L'umanità è riuscita, fra guerre e disastri naturali, a perpetrare il processo evolutivo e tecnologico riuscendo finalmente nell'intento di sempre, ossia quello di colonizzare lo spazio e sfruttare le infinite risorse che esso mette a disposizione. Planet cracking (letteralmente: frantuma pianeti), ecco l'ultimo ritrovato della scienza: grazie a queste gigantesche astronavi è infatti possibile inviare nello spazio siderale una colonia di minatori che, una volta stabilitisi su di un pianeta disabitato, inizieranno a raccogliere, selezionar e raffinare preziosi minerali. Una di queste navi, la Ishimura, un giorno perde stranamente i contatti con la terra: una situazione tuttavia normale (lo spazio è estremamente vasto e l'imprevisto è dietro l'angolo) alla quale viene posto rimedio inviando un secondo equipaggio con il compito di ristabilire i contatti radio e fornire aggiornamenti del lavoro in corso. Una volta sbarcati sullo sperduto planetoide però, i due tecnici Kendra e Isaac Clarke (rispettivamente un tecnico di computer ed un ingegnere esperto in sistemi di sicurezza) si rendono conto che la situazione è ben diversa da quanto ci si potesse aspettare: nessun segnale da parte dei comunicatori degli altri colonizzatori e strani segni di lotta all'interno della nave. Quello che all'inizio era solo un semplice lavoro di routine si trasformerà ben presto in un disperato tentativo di scappare dall'orrore che si cela negli angoli più oscuri della Ishimura...
    Messa dunque l'anima in pace, il compito affidatoci sarà quello di condurre via da questo fantascientifico inferno il povero Clarke. Ed ecco che iniziano i nostri problemi: il buon Isaac è tutto tranne che avvezzo nel maneggiare qualsiasi tipo di arma; inoltre non dobbiamo dimenticarci che la Ishimura è solamente una nave adibita alla raccolta di minerali e quindi non il posto ideale dove poter trovare un arsenale per fronteggiare l'assalto di antropofagi alieni. Cosa fare dunque per evitare una prematura dipartita e tentare di portare a cassa la pellaccia? Semplicemente dovremo sfruttare le nostre conoscenze in campo ingegneristico per poter ricavare da normali attrezzi da lavoro degli efficaci strumenti da offesa/difesa. Nella demo visionata presso gli studios abbiamo potuto ammirare come il nostro eroico Clarke, una sorta di Mac Gyver del ventiduesimo secolo, metteva a frutto quanto di buono appreso in tanti anni di studi realizzando alcuni interessanti strumenti, nello specifico una pistola antigravitazionale ed un raggio in grado di paralizzare i nemici, il tutto rigorosamente in tempo reale. Avete capito bene, nessun menù nel quale smanettare comodamente, bensì per poter realizzare quel di cui avremo bisogno dovremo prima metterci al sicuro per poter poi comodamente smanettare con gli attrezzi del mestiere.
    Quando il cinema può dare una mano
    Nel parlarci del suo progetto Schofield è stato chiaro: abbiamo lavorato per oltre un anno visionando centinaia di pellicole horror, spaziando dai kolossal ad i film low budget buoni solo per passare una serata davanti al teleschermo. Il nostro compito era quello di capire cosa effettivamente potesse mettere paura allo spettatore per poi trasporlo con efficacia nel progetto Dead Space. Indubbiamente l'ispirazione tratta dai ragazzi di EA ci è sembrata evidente sia dal punto di vista del plot alla base del gioco (strizza chiaramente l'occhio al cult Aliens), sia per quel che concerne il bestiario contro cui dovremo combattere: le orribili mutazioni genetiche alle quali sono stati sottoposti i malcapitati minatori venuti a contatto con lo xenomorfo ci hanno riportato alla mente le aberrazioni mentali partorite da John Carpenter nel suo "La Cosa", ammassi deformi di carne il cui unico scopo è quello di nutrirsi per vivere.
    La precisa scelta fatta per la caratterizzazione dei nemici ci è stata spiegata dalla volontà dei programmatori di inserire una massiccia dose di gore nel titolo: ci troviamo su di una nave mineraria, poche armi convenzionali ma una marea di attrezzi da scavo (picconi, trapani, vanghe e Dio solo sa cosa ancora) per uccidere: largo spazio quindi a quello che il buon Glen definisce come dismemberment (smembramento), ossia corpi lacerati, arti amputati e teste mozzate a go-go, lasciando presagire che questo non sarà sicuramente un titolo per i deboli di stomaco.
    Quattro salti senza gravità
    E' un vero peccato che dopo aver detto tanto in merito a trama e peculiarità principali del gioco, ci sia quasi impossibile poter dare un seppur sommario giudizio sul motore grafico che sta alle spalle di Dead Space. Ben poco infatti si è visto durante i quindici minuti di demo mostrati dai Redwood studios: il progetto è ancora in uno stato piuttosto embrionale, con diversi elementi ancora da raffinare (animazioni del personaggio principale e frame rate in primis) e altrettanti dettagli mancanti sia sulle texture che ricoprono i fondali che sui modelli poligonali presenti nel gioco.
    Buone sensazioni ci sono state invece date dal motore fisico, soprattutto per quel che concerne la riproduzione dell'ambiente in assenza di gravità, per il quale i designer del gioco hanno minuziosamente studiato presso gli studi della NASA: detriti, cadaveri, oggetti vari e persino liquidi galleggiano tutto intorno a noi con estrema naturalezza. Pochissimi anche i dettagli in merito alla giocabilità ed eventuali modalità multigiocatore, mentre, per quel che concerne la longevità del titolo, Schofield si è sbilanciato garantendo 15/18 ore di sana paura a tutti coloro che avranno il coraggio di addentrarsi fra gli orrori della Ishimura.

     
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